18 km per Shiva : Rishikesh è una località molto tranquilla, dove è piacevole rilassarsi, fare yoga, fare rafting o semplicemente passeggiare.
Passavo le mie giornate senza nulla di programmato. Sveglia di buon mattino, alla bancarella giù in piazzetta prendevo un chai e tre biscotti, e poi lasciando spazio all’ispirazione cominciavano la mie passeggiate.
Avevo sviluppato, con il passare dei giorni, una certa preferenza per alcuni punti della città. La mattina,per esemèpio, amavo sedermi all’imbocco del ponte Laxman Jhula ad osservare il divenire delle cose. Le scimmie ladruncole, le moto zizagare tra la gente, le vacche bloccarne il passaggio. Dopo cena mi recavo invece sulla sponda sinistra del Gange e da lì seduto in spiaggia mi godevo il tramonto.
Quel giorno, mentre aspettavo che il sole illuminasse la valle, seduto all’ imbocco del ponte, mi vennero in mente i quattro baronetti di Liverpool. Feci colazione, indossai i sandali e mi misi in marcia.
I Beatles o anche no
Percorrevo la sponda sinistra del Gange alla ricerca dell’ashram dei beatles, volevo fare giusto qualche foto ed era anche il pretesto per scendere a valle. Mi sarei fermato poi a pranzo in un grazioso ristorantino poco lontano.
L’aria era fresca, il cielo, di un azzurro terso prometteva una bella e calda giornata. Senza fretta, con il passo di chi ha tempo e cammina per lasciarlo passare, da Tapovan scendevo verso Rishikesh city. Molte altre persone camminavano con me. Camminare per strada soli in India è una cosa alquanto improbabile. Ma più mi avvicinavo a rishikesh più la strada si riempiva di anime.
Famiglie con bambini , gruppi di chiassosi ragazzi , anziani soli , uomini e donne di ogni età. Camminavano con un passo molto più spedito e deciso del mio , il passo di chi sa dove andare ed ha anche fretta di arrivarci.
Quando in India vedi tanta gente che va da qualche parte, seguila. E’ una regola che quasi sempre porta a vivere belle ed indimenticabili esperienze. Certo se si tratta di una manifestazione politica o una contestazione popolare vale la regola contraria, perché probabilmente l’esperienza sarà brutta e da dimenticare.
Così rispettando la regola, l’ashram dei mitici beatles si allontana dai miei pensieri e dai miei programmi.tant’è che quando mi appare l’indicazione sulla destra la ignoro e continuo a seguire quella che ormai è diventata una colorata, animata e rumorosa processione.
La strada svolta a sinistra e dopo qualche centinaio di metri assume le caratteristiche di una mulattiera di montagna. Coperto da una fitta vegetazione, il sentiero comincia a salire, prende quota, si arrampica su di un ripido pendio. Procedo con calma quasi sempre all’ombra della foresta, in alcuni punti il percorso è esposto al sole che ormai alto nel cielo, senza pietà brucia sulla pelle. Il passaggio di una così numerosa processione umana non lascia l’ambiente incolume , ciabatte infradito rotte , plastica, bottiglie, segnano il percorso. La coscienza ecologista in India purtroppo non è ancora molto diffusa
Le uniche a trarre vantaggio da una marea di esseri umani fuori controllo, sono le scimmie. Come piccole divinità siedono in gruppi ai bordi del sentiero ricevendo offerte, in forma di cibo, a non finire.
Non so esattamente dove sto andando. I mie compagni di viaggio portano offerte, acqua, noci di cocco e fiori. Per questo ho la certezza che alla fine del sentiero troverò un tempio. Dovrò tornare per lo stesso percorso, perché così fanno tutti, il tracciato sembra ormai una trafficata due corsie della periferia Milanese, chi sale a sinistra e chi scende a destra. Numerosi chioschetti improvvisati offrono ristoro, chai , pakoda , frutta. Mi fermo spesso, bevo un chai bollente e riprendo il cammino.
L’umanità che mi circonda è animata da qualcosa di incredibilmente mistico. C’è chi porta a spalle un anziano genitore, chi percorre il sentiero sdraiandosi ad ogni passo , gruppi di ragazzotti salgono velocemente cantando mantra a squarcia gola , intere famiglie con borse e borsoni e qualche figlio appeso al collo arrancano come muli da soma. Donne in coloratissimi saree sfilano elegnati e austere come su una passerella di moda.
Dopo una lunga diagonale che taglia in due la montagna improvvisamente si scollina. Ed è allora che la meta si intravede. Tra il verde della foresta Il tempio di Neelkanth Mahadev brilla al sole, circondato da una colorata marea umana in festa.
Il tempio è dedicato a Neelkanth, una delle tante manifestazioni di Shiva. Il complesso è uno dei più sacri dedicati a Shiva ed è un importante luogo di pellegrinaggio indù. Per farla breve, secondo la mitologia indù, è il luogo in cui la divinità in lotta con un asura (demone) si avvelenò , gli divenne infatti la gola blu, o divenne tutto blu, non ricordo.
Ovviamente la figura principale è un Shivalinga circondato da varie statue raffiguranti divinità e asura. Il complesso del tempio ha anche una cascata naturale dove i devoti di solito fanno un bagno purificatore prima di entrare nel ” sancta sanctorum” .
Si è fatta l’ora di pranzo , ho rinunciato ad entrare all’interno del tempio , troppa folla. Mi siedo circondato da migliaia di persone , ho comprato pakoda, banane e chai. Comincio a mangiare tra la folla e intanto penso ai 9 km del ritorno, con i sandali e in ripida discesa, poveri piedi. Non ne ho proprio voglia. Accanto a me una coppia di giovani genitori accudisce due bambini piccoli ,stanchi e frignanti. Alla mia destra un uomo dalla barba bianca, magro e con un fisico secco da contadino si prende cura della moglie, o forse della madre. Lei è esausta e lui amorevolmente le bagna la fronte. Poco più in la un’intera famiglia si è accampata, pigiati come uva in un tino pranzano con quel che hanno.
Per molti pellegrini questo viaggio sarà un ricordo indelebile , il coronamento di un sogno , un’occasione per onorare dio , per sentirsi vicino a dio. per parlare con dio. Per me che sono arrivato qui quasi per caso sarà solo un’avventura da ricordare. Ed è allora che, preoccuparmi per la discesa mi fa un po’ vergognare. Penso a quanto chi mi circonda sia disposto al sacrificio per onorare una divinità. Da quanta spiritualità sono circondato, da quanta devozione, da quanta gioia, da quanto amore. Sorrido assorto nei miei pensieri, bevo un sorso di chai appoggio la testa al muro e mi abbandono anch’io al volere divino.
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