Storia breve tra elefanti e cornac
la clinica degli Elefanti Sud India , qualche giorno di relax al mare dopo tanti bus , tanti templi e tante caotiche città, il kerala per la precisione e per essere ancora più precisi Kovalam beach.
Abbiamo a disposizione , da qualche giorno una royal enfield , vecchia ,scoppiettante e quasi senza freni , ma per l’uso che ne dobbiamo fare è un gioiello.
Abbiamo visto tanti elefanti nei templi , con i testoni colorati e pesanti catene alle zampone , per qualche rupia al cornac e qualche banana a loro , ti danno un colpo di proboscide in testa , gli indiani credono che sia una benedizione e il pachiderma è quasi sempre pieno di lavoro.
La clinica degli elefanti
Vogliamo vedere questi giganteschi mammiferi in un ambiente più naturale , più rispettoso del loro essere animali selvatici, cosa c’è di meglio di un centro riabilitativo per elefanti.
Detto fatto , in sella alla Royal ,dopo aver fatto il pieno di benzina e la consueta pressione agli pneumatici, partiamo di buon mattino allontanandoci dalla costa e dirigendoci verso i Gathi occidentali.
I Ghati o Gati occidentali (in inglese Western Ghats) sono una catena montuosa situata nella parte sud-ovest della penisola indiana, scorrendo per 1600 km da nord a sud finendo a Kanyakumari, con il 60% della catena situata nello Stato del Karnataka.
wikipedia
Il traffico , per i primi chilometri è caotico,attraversiamo alcuni centri abitati strombazzando continuamente , attenendoci al codice stradale indiano, che lo prevede. Google map ci indica la strada che da qualche km è sempre più stretta, sempre più sconnessa e sempre più immersa nel verde e sempre meno trafficata..
Nella jungla
Un ora dopo, gogle map ci ha salutato , la freccetta che indica la posizione si muove su uno sfondo grigio , dobbiamo così ricorrere al vecchio buon senso d’orientamento e alla ancor più classica soluzione”fermati e domanda” . Ci perdiamo in stradine di campagna tra piantagioni di palme e alberi della gomma, su asfalto e sterrato , la royal scoppietta , spetona e arranca ma non ci abbandona.
Gli elefanti
Alla quarta indicazione approssimativa , ci troviamo davanti a un cancello dove capeggia la scritta ELEPHANT REHABILITATION CENTRE
Gli elefanti sono numerosi , adulti giganteschi , piccoli cuccioli , non hanno il capoccione colorato ma la catena ai piedi li costringe a un passo lento e goffo. Un paio di pachiderma, forse i più docili e remissivi portano a spasso turisti bianchicci e sorridenti che sentendosi improvvisamente sandokan ,chiedono foto ai loro compagni di viaggio che impazienti attendono il loro turno.
I bestioni con la pazienza dei grandi, sopportano tutto questo come fossero maestri di meditazione e con passo lento e sicuramente la mente altrove ,fanno avanti e indietro con due ominidi sulla groppa.
Più sotto in un laghetto,alcuni cornac stanno facendo il bagno agli animali sono sdraiati in acqua, ubbidendo ai comandi dell’uomo si girano su un fianco e poi sull’altro , sono strigliati, spazzolati ,grattati, risciacquati e sembra che la cosa gli piaccia molto. Piace a tal punto che quando il comando impartito ( tradotto nella lingua degli elefanti ) è ” adesso uscite che è ora ” , un giovane maschio scappa e nuotando si dirige al centro del laghetto. sbeffeggiando i custodi comincia a farsi la doccia, come sanno fare gli elefanti usando la proboscide.
Dopo mezzora di richiami e inseguimenti,il fuggitivo viene catturato , così credono gli umani. Sono certo che ha deciso di farsi catturare spinto dalla compassione per quei poveretti in sarong arancio ormai esausti. Esce dal lago trionfante poco prima che ci sia l’ora del pasto, sarà stato quello a convincerlo?
il pranzo alla clinica degli Elefanti
Dalla cucina escono catini stracolmi di un pastone marrone , altri pieni di frutta. in un angolo i più piccoli ,come in un asilo nido , vengono imboccati , alzano la proboscide e spalancano la bocca , il custode vi ci infila una polpettona che sparisce in un attimo, la bocca si spalanca di nuovo e mezza anguria sparisce in un attimo. Il tutto in un trambusto di richiami e di comandi.
Dopo il pranzo , il loro , noi non abbiamo mangiato dalla colazione delle 7.00 lasciamo il parco, saltiamo in sella alla fidata due ruote e partiamo.
Per il ritorno percorriamo strade alternative , il caldo è soffocante , il vento caldo asciuga la pelle e la gola , la sete km dopo km diventa insopportabile. Una bancarella di frutta la moto inchioda scendiamo veloci e rapaci come chi trova un oasi nel deserto ,prendiamo un’anguria e come gli elefanti la facciamo sparire in un attimo.
E ricorda, un elefante non dimentica niente.
(Dal cartone animato Il libro della giungla)
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