il tempio del sole / Il ” pianeta ” delle scimmie
Era già qualche tempo che giriamo per l’ India ed è quel momento del viaggio in cui inizi a non poterne più di sleeper class, tourist scam, guest house e via dicendo. Eravamo stanchi e avevamo bisogno di staccare.
Ci trovavamo per puro caso nel Rajastan, precisamente a Jaipur, dove abbiamo deciso di allontanarci dal centro perché ci stava risultando invivibile.troppi turisti, prezzi altissimi, gente che ti corre dietro per portarti nel negozio, insomma, normale amministrazione indian style…
Avevamo bisogno di un break , di natura e silenzio. Ci avevano raccontato di una bella passeggiata appena fuori città. Il tempio del Sole, di cui ora non ricordo il nome, era situato sulla sommità di una montagna e raggiungibile con qualche ora di cammino. Era quello che stavamo cercando.
il Sadhu
Mano a mano che ci si allontanava dal centro, la gente sembrava non interessarsi più neanche alle nostre figure, semplicemente avemmo la sensazione di diventare invisibili
Di buon ora, circa a mezzogiorno, arrivammo all’imbocco di una salita dove la strada si faceva sempre più stretta districandosi per diversi sentieri non del tutto battuti.
Bevemmo un chai, forse il più buono e autentico da quando ero qui nel Rajastan. lo bevemmo in compagnia di un Sadhu, i capelli arruffati color paglia e uno sguardo intenso, ci raccontò delle scimmie presenti nella zona.
Ci spiegò mentre si sistemava il vestito color arancione, che dalle prime generazioni i macachi già avevano imparato a convivere con l’uomo cosa che hanno tramandato ai propri discendenti. Diventando col tempo abili e lesti ladruncoli.
Decisi di acquistare una bottiglietta d’acqua, ringraziai e salutai il santo uomo. Lui con noncuranza, continuando a sistemarsi il suo unico indumento su un corpo nudo color cuoio, alzò il braccio in segno di saluto.
Le scimmie
Zaino ben chiuso in spalla, imboccammo il sentiero principale iniziando così il nostro viaggio. La vegetazione era molto fitta e le piante non di rado mangiavano letteralmente il sentiero rendendo difficile orientarsi.
Di tanto in tanto, fortunatamente, incrociavamo qualche pellegrino che con nostro grande stupore portava con sé enormi caschi di banane.
Sfociammo su un declivio dopo una fitta selva di rovi.Qui il paesaggio cambiava drasticamente. Vi erano rovine di costruzioni che non avrei saputo datare con precisione ma sembravano molto antiche. La sabbia si mescolava con le strutture conferendo loro una particolare colorazione che sembrava trascendere le stessi leggi del tempo
La terra rossa qua e là aveva aborti di sentieri che sembravano portare da nessuna parte, mentre il sentiero principale che stavamo seguendo ora diventava un ciottolato che si districava tra quelle opere architettoniche giallo ocra che avevano una geometria non euclidea. La vegetazione era ormai rada, si trattava più che altro di qualche alberello scheletrico che spuntava sovente dai bordi del sentiero.
Arrivarono le scimmie, a frotte, attratte dal pellegrino con la deliziosa offerta. Tuttavia non sembravano minacciose ognuna prendeva la propria banana e scappava a mangiarsela in pace su qualche colonna sgangherata stando attenta a non farsela rubare dalle compagne.
Ho notato che quelle più grosse e col culo rosso mangiavamo per prime.
Il pellegrino sorrideva loro e pregava con le mani giunte alla fronte.
In breve tempo ne fummo circondati , arrivarono anche quelle con la coda più lunga e la pelliccia più chiara. Si capì subito che erano considerate più ” importanti ” acquistando immediatamente il dominio della scena e delle banane.
Due viaggiatori e un pellegrino indiano, circondati da un branco di scimmie. Uno spettacolo esilarante. Noi ci stavamo divertendo molto , ma le scimmie di più.una banda di giovani ladruncoli pelosi approfittando del caos rubano dallo zaino poggiato a terra la bottiglia di acqua , in un nanosecondo salgono su un muretto scalcinato. Morsicano il tappo, la aprono e si passano la bottiglia come amici ad una festa. Bevono a turno. Il rombo di una moto, altre banane in arrivo. La festa si sposta 20 metri più a valle e noi la seguiamo.
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