Lascio la mia tenda nel mega accampamento del Kumbh Mela poco prima del tramonto, saluto il proprietario , i cuochi, i vicini e tutto il personale e con lo zaino in spalla mi catapulto nel caleidoscopico caos indiano. Una notte in treno e arriverò a Delhi. Pochi passi per strada e trovo un passaggio in moto direzione stazione. E’ presto ma devo ancora cenare e poi… e poi non è mai troppo presto, meglio essere previdenti , in India per strada può capitare di tutto.
Fuori la stazione di Prayag, seduto su uno sgabello di plastica consumo velocemente un pasto. Compro una bottiglia di bisleri e qualche banana. Entro in stazione guardo l’orologio posto sopra il tabellone dei treni , i numeri in rosso segnano le 20.32. Il treno 12458 da Calcutta è previsto al binario 17 alle ore 22.30, ottimo , vado al binario cerco un posto e mi accomodo.
Mezzanotte e trenta, sono in fila ad un lavandino aspetto il mio turno per lavarmi faccia e denti e sono ancora a Prayag. Sul tabelone delle partenze a fianco al n 12458 è apparso il numero 12 , segnala le ore di ritardo del treno. Il lavandino ora è libero, é il mio turno , mi lavo il viso e i denti , torno verso la banchina che vista da qui sembra un coloratissimo, confuso e vivace accampamento.
I miei vicini , una famiglia che comprende tre generazioni sono molto più organizzati di me, hanno cibo, acqua, coperte. I bambini dormono accovacciati vicino ai nonni, la mamma in un saree coloratissimo e il padre in tradizionale dhoti chiacchierano e mangiano chapati e ceci. Provo a dormire, uso la borsa come cuscino e mi sdraio sul nudo pavimento, chiudo gli occhi so che mi aspetta una notte in stazione
Qualcuno mi tocca delicatamente la spalla, davanti a me un uomo in dhoti con una coperta in mano mima il gesto di stenderla a terra e sorride. La moglie mi offre chapati e ceci. Ringrazio per il piccantissimo Chana masala bevo bisleri mi sdraio sulla coperta indiana e con il palato in fiamme provo a dormire.
è mattina
Una calda alba illumina i tetti in lamiera , caldi raggi di sole penetrano tra le traverse del soffitto. La luce rischiara la stazione, che non ha mai smesso di essere viva, corvi e cornacchie salutano il nuovo giorno con il loro classico baccano.
Intorno a me tutto è cambiato , la stazione ora non è più sovraffollata , un cane annusa gli angoli delle colonne in ferro, a terra restano i segni del passaggio di una viaggiante umanità. Una donna con il gilet giallo china sulla scopa è intenta a ripulire. Un annuncio interompe il gracchiare dei neri volatili, Il mio treno è prossimo ad arrivare. Mi alzo raccolgo la coperta indiana la infilo nello zaino e vado a lavarmi faccia e denti.
Delhi: arrivo che è sera, scendo dal convoglio 12458. Una famiglia aspetta un treno in ritardo, sono seduti in cerchio sul marciapiede del binario 8. Penso che una coperta gli farebbe davvero comodo. Apro lo zaino. I bambini mi salutano mentre mi allontano , sorridono e agitano la mano, la coperta indiana ha trovato il modo di continuare il viaggio
una notte in stazione
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