Una tenda, la mia tenda. Da una veduta aerea un punto giallo in mezzo a un milione di punti multicolor.
È stata montata, in poco tempo, come tutta la città di tende. Hanno costruito tutto, qualche settimana prima, impianto elettrico, idraulico, strade, per ospitare migliaia e migliaia di persone. Tutte insieme,queste migliaia di tende, danno vita alla più grande, colorata rumorosa, vivace ed efficiente tendopoli provvisoria del mondo. Le tende colorate, grandi o piccole servono ad ospitare i partecipanti a quello che è il più grande raduno religioso del mondo. Il khumb Mela. È così ed è per questo, che un gigantesco spiazzo sabbioso, situato alla confluenza del Gange e dello Yamuna ogni 12 anni diventa una immensa città animata.
La mia tenda, il mio rifugio, è di un tessuto pesante, risulterebbe molto spaziosa per due persone. Per me che viaggio solo è una reggia. Un grande letto matrimoniale con coperte marroni e pesanti occupa il centro della struttura. Fatta eccezione per le due sedie di plastica, comode per appoggiarci i vestiti, è l’unico arredo. Un bagno, con un piccolo lavandino e un water, è posto sul retro.
A Sangam ci sono arrivato con il bus, la sera prima, dopo un viaggio di 6 ore. Un viaggio divertente durato un paio di ore in più del previsto, Come spesso accade in India l’imprevisto scombina le previsioni. Questa volta la leva delle marce del gigantesco mezzo meccanico, si staccava ogni 20/30 km e la riparazione richiedeva in media dieci minuti di martellate, energeticamente sferrare dal coautista del bus.
Per questo motivo quando arrivo è quasi il tramonto. Una luce incredibile e affascinante, di un intenso giallo ocra, avvolge l’immensa tendopoli. Polvere sottile sospesa a mezz’aria rende il paesaggio surreale. L’ impressione è di trovarsi su un altro pianeta ed in un certo senso è proprio così.E’ un altro mondo dove sagome di uomini avvolti in scialli camminano ai margini della strada. Donne accovacciate cucinano chapati su piccoli fumosi falò. Trattori trasportano, sui loro rimorchi, carichi umani. Si fermano e scaricano intere famiglie che, velocemente prendono possesso di minuscole, affollate tende.
Giro a vuoto, torno sui miei passi e cerco faticosamente di orientarmi. Non è facile si sta facendo buio, i lampioni formano coni di luce arancioni che illuminano gruppi di persone intente a chiacchierare, né approfitto per chiedere indicazioni. L’ indiano per eccessivo senso di cortesia non risponde mai “non lo so” , anzi per dimostrarsi assolutamente cortese e ospitalite da indicazioni che non sa.
Infatti, dopo “solo” due ore di giringiro, al buio e stanco come un esploratore nel deserto, raggiungo il mio accampamento. Quando il viaggio ti porta a cambiare spesso alloggio ti abitui a sentirsi velocemente a casa. E questa tenda da ora sarà la mia casa.
La bella sensazione di poggiare le chiappe su un morbido materasso. La tenda, che mi ricorda le vacanze da bambino. La soddisfazione di essere qui, nell’ombelico del mondo. Sarà per tutto questo che mi sento incredibilmente felice.
I suoni della vita nel campo mi conciliano il sonno, li sento famigliari e vicini. Non ho cenato, ho due banane nello zaino, sono diventate leggermente nere. Le tengo per colazione. Resto ad ascoltare i rumori della notte.Sono solo nella mia tenda in mezzo a milioni di anime che come me hanno un buon motivo per trovarsi qui. Fatico a prendere sonno, mi giro su un fianco e… Buonanotte
In Pratica
Il Kumbh Mela è riconosciuto dall’UNESCO QUI
Per prenotare un posto tenda ho utilizzato BOOKING. Queste sistemazioni le trovi solo quando c’è il Kumbh in altri periodi smontano tutto
Se hai problemi a stare pigiato tra la folla forse non è la tua location
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